L’anno formativo del Seminario iniziato ad ottobre è caratterizzato da un anniversario significativo: il bicentenario della presenza del Seminario Patriarcale nel complesso della Salute.
Il Seminario diocesano di Venezia nasce nel XVI secolo sulla spinta del Concilio di Trento. Nella nostra città egli è stato inizialmente ospitato nel sestiere di Cannaregio per poi essere collocato nella Punta della Dogana, dove rimase fino al 1630, per poi essere ospitato nell’isola di Murano quando iniziò la costruzione della Basilica della Salute.
All’inizio del XIX secolo il centro della vita ecclesiale veneziana venne spostato nella zona di san Marco con la traslazione della Cattedrale da san Pietro di Castello alla Basilica marciana. Anche il Seminario doveva allora trovare una sua collocazione nelle vicinanze della sede patriarcale e, tra le diverse ipotesi, venne scelto il palazzo del Longhena accanto alla Basilica della Salute che fino a pochi anni prima aveva ospitato i religiosi somaschi.
Finalmente nel 1817-1818 il Seminario Patriarcale trovò una sede adatta alla formazione dei futuri chierici, riuscendo così ad ospitare un numero significativo di candidati al sacerdozio, oltre alle scuole interne e al convitto per i seminaristi più piccoli.
Sono dunque duecento anni che i presbiteri della Chiesa veneziana vengono formati all’ombra della Madonna della Salute. In questi due secoli il seminario ha vissuto le diverse fasi e transizioni della società veneziana e italiana che hanno coinvolto necessariamente anche la Chiesa marciana. Pensiamo alla presenza austriaca, all’avvento dello stato unitario italiano, all’allargamento della Diocesi nella terraferma, alle due guerre mondiali, al boom economico della seconda metà del XX secolo, al Concilio Vaticano II, alla rivoluzione culturale del ’68, all’era tecnologica, alla trasformazione del centro storico provocata dal turismo di massa, alla Chiesa del XXI secolo con le nuove sfide mondiali… eppure il Seminario continua a vivere e a svolgere il suo servizio per la Chiesa di Venezia!
La celebrazione del bicentenario non vuole essere solo e prima di tutto un evento commemorativo che tuttavia è doveroso. Il Seminario Patriarcale infatti è stato, oltre che un luogo di formazione ecclesiastica, anche un luogo di grande cultura e arte: basti pensare al ricchissimo patrimonio letterario, pittorico, scultoreo, musicale e scientifico di cui il nostro Seminario è proprietario e custode. È dunque importante anche commemorare alcune grandi figure di sacerdoti e laici che hanno servito e amato il Seminario di Venezia.
Il bicentenario che stiamo vivendo deve essere una occasione per manifestare che vogliamo bene al Seminario per il servizio che svolge nella Chiesa veneziana; una opportunità per conoscere il Seminario oltre ai luoghi comuni o ai ricordi di un tempo che è ormai passato; un invito a venire in Seminario per mettere al centro la proposta della vita come vocazione.
Viviamo questo anno di celebrazioni e proposte ringraziando il Signore per la presenza del Seminario nella nostra Chiesa veneziana: non è un fatto scontato. Molte Chiese italiane soffrono l’assenza di un Seminario e di giovani che desiderano diventare sacerdoti. Noi abbiamo il dovere di amare e pregare per questa comunità e testimoniare la convinzione che diventare sacerdoti è una scelta attualissima e realmente possibile! In fondo se dopo duecento anni il Seminario esiste ancora e se non si sono avverate le indagini “scientifiche” che negli anni settanta prevedevano scomparsa prossima dei Seminari è solo perché il Signore è il vero protagonista del mistero di giovani che vogliono consacrare la vita a Dio e la prova reale che diventare sacerdoti è una scelta attuale, attualissima che dobbiamo tornare a proporre con coraggio e franchezza ai giovani che cercano il senso pieno della loro vita.