La Domenica, si sa, per i cristiani è giorno di riposo. Lo ricorda, sulla facciata della Pieve di San Pietro di Feletto, nel Trevigiano, il pregevole affresco con il Cristo ferito dagli attrezzi di lavoro. Per i chierichetti, invece, i giorni di festa sono giorni… di lavoro.
L’antica chiesa del piccolo paese sulla “strada del Prosecco”, è stata appunto la prima tappa della gita proposta dal Patriarcato di Venezia ai suoi giovani ministranti per lo scorso primo maggio: un felice, parziale, cambio di programma dell’ultima ora, dovuto alla pioggia. La giovanissima comitiva, in tenuta liturgica per la santa Messa presieduta dal Patriarca, questa volta anziché sedere in presbiterio ha preso posto sulle panche dell’aula. I ragazzini sono parsi attenti al richiamo omiletico all’importanza di vivere bene l’Eucaristia, sull’esempio del piccolo martire Tarcisio e nel giorno dedicato, in tante parrocchie, alle prime comunioni: certo modo distratto di vivere il sacramento nasce infatti proprio da una superficiale preparazione alla prima comunione.
Poi è stata la volta del Seminario di Vittorio Veneto, dove, dopo il pranzo al sacco, i piccoli ministranti si sono cimentati nella soluzione di un divertente “giallo”: il rapimento del Rettore del Seminario di Venezia… Dopo la merenda, l’ultimo momento, nella cripta del vicino Duomo, è stato l’occasione per una più esplicita riflessione vocazionale: i seminaristi di Venezia, presentati per nome dal loro p. Rettore, d. Fabrizio Favaro, hanno detto, uno per uno, “per chi” sono entrati in Seminario. Infine, dopo la lettura di una storia con spunti per una buona confessione, d. Raffaele Muresu, responsabile diocesano della pastorale dei ministranti, ha ventilato l’idea di un Giubileo dei chierichetti il prossimo ottobre… Ma prima, come ha ricordato d. Pierpaolo Dal Corso, incaricato per la pastorale giovanile, viene l’altro grande appuntamento dedicato a loro: il Corso di orientamento vocazionale (16-21 agosto) a S. Vito di Cadore.
Giovanni Carnio